I nostri percorsi di lettura
VI PRESENTIAMO FRANCESCO VIDOTTO



«Spendo la settimana scrivendo e andando per monti. Cerco di guardare le persone diritto negli occhi.
Mi piace stringere la mano e credere nella parola data, anche se è fuori moda!»

Francesco Vidotto

 

Francesco Vidotto nasce il 2 agosto del 1976. 
Il libro che l'ha avvicinato alla narrativa, in un pomeriggio di primavera, è La storia infinita di Michael Ende: «Ero poco più che bambino e avevo visto il film. Per me all’epoca i film erano droga e lo sono ancora. Allora ho comperato il libro ed è stato amore». Da quel momento non si stacca più dai libri, arrivando a leggerne, nei soli anni di liceo, più di centocinquanta.

 

Come e quando abbiamo conosciuto Francesco? Siamo qui per raccontarvelo.

 

Era un afoso pomeriggio estivo e la nostra casa editrice stava per chiudere per le consuete ferie del mese di agosto. Avevamo raccolto tanti manoscritti che nei mesi precedenti erano arrivati in casa editrice e una parte di questi era stata destinata al nostro editore che abitualmente seleziona alcuni testi che maggiormente lo incuriosiscono e che legge personalmente.

 

Uno di questi manoscritti lo catturò immediatamente: la sua storia era cruda, sincera, forte come poche altre lette prima.

Quel manoscritto era stato inviato via mail da un “anonimo signore avanti con l’età di Tai di Cadore” e il messaggio di accompagnamento si chiudeva dicendo “Se avrete la compiacenza di leggerlo, ve ne sarò grato. E se vorrete chiamarmi fatelo nel pomeriggio, perché la mattina sono sempre al pascolo fra le montagne con il mio gregge, questo è il mio numero di telefono”. Decide quindi di non esitare e di prendere contatti con chi aveva spedito quel manoscritto. Così, senza pensarci un attimo, prende in mano il suo telefono e chiama quel numero.

 

Dopo qualche squillo una voce “stranamente squillante” risponde e ascolta il nostro editore che si presenta e spiega il motivo della telefonata. L'uomo dall'altro lato del telefono risponde esitante, un po' impacciato e imbarazzato e lo informa che il testo era stato scritto a mano da un suo amico, un anziano pastore delle Dolomiti e che lui gli aveva fatto la cortesia di ribatterlo al computer. La telefonata si chiude con una richiesta del nostro editore per salire a Tai di Cadore per conoscerlo e per firmare il contratto di edizione perché quel romanzo dal titolo così breve e incisivo “SIRO” gli era proprio tanto piaciuto.

 

Non molte ore dopo, però, succede l'impensabile.

 

Da quello stesso indirizzo mail da cui era arrivato il manoscritto giunge poche ore dopo quella telefonata una seconda mail.

A scriverla non è l'anziano pastore, ma un giovane ragazzo che aveva poco prima finto al telefono di essere quel vecchio amico di Siro.

Il testo era di scuse perché quello che aveva riferito al telefono al nostro editore non rispondeva a verità: l'anziano pastore non esisteva, l'autore del testo era lui, un giovane trentenne che rispondeva al nome di Francesco Vidotto, viveva a Tai di Cadore ed aveva usato questo stratagemma per farsi leggere da qualche importante editore italiano.

Chiude quindi quella mail scusandosi: «Se si sente preso in giro, lo capisco e mi scuso. Si senta quindi libero di disdire il nostro appuntamento, lo comprenderò».

 

Dopo aver letto quel messaggio, così pieno di sentimento e cuore, il nostro editore non esita un solo secondo e risponde a quel giovane così: «Un motivo in più perché io la raggiunga per farle firmare il contratto» e fra sé e sé disse “Questo ragazzo ha davvero tante qualità e creatività, farà bene nella narrativa italiana”

 


Era il mese di agosto del 2010 e da quel momento le strade di Minerva e di Francesco Vidotto non si sono più separate.

 


Da quello scambio "surreale" ma indimenticabile sono nati volumi che hanno raggiunto decine di migliaia di persone: Siro, Zoe, Oceano, Il Selvaggio e ora Il cervo e il bambino.
Storie di "ultimi" a cui Francesco dà corpo su carta e che grazie al passaparola tra voi lettori sono diventate dei veri e propri casi letterari.

 

«Amo scrivere storie. Mi piace l’invenzione e la finzione ma la cosa che prediligo è cercare delle storie tra gli ultimi. Storie di vita, e regalare loro una dignità nuova e per sempre, raccontandole in un libro.»


Ora Francesco spende la settimana scrivendo e andando per monti.
«La montagna, secondo me, è un tentativo del mondo di avvicinarsi a Dio. Lassù sei più buono e più umile e vedi la bellezza. Salendo in alto spesso mi è capitato di capire a fondo.»


Vuole ritornare ad essere padrone del proprio tempo vivendolo in maniera umana, evitando di farsi travolgere dal vortice di impegni e scadenze che privano l’individuo della possibilità di gustare appieno il presente.
Guarda le persone diritto negli occhi, stringe la mano con onestà e schiettezza, crede nella parola data.
«Ciò che sei è tutto quello che hai. Io, nel dubbio, dico quello che penso. Odio fingere. L’ho fatto per troppo tempo.»

 

Qui sotto trovate le copertine dei suoi libri: vi consigliamo di leggerli, vi cattureranno dalla prima all’ultima pagina!


 

 


 

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