Il libro segue alla novità di una pandemia che angoscia il mondo intero; con linguaggio ironico e quasi sfrontato, tra il visionario e l’autentico, dà vita a una disputa che lascia il lettore in bilico, tra autenticità e una sorta di smarrimento caustico.
La vicenda ha il mondo intero come palcoscenico, ma l’epicentro in Sardegna, dove i protagonisti si riuniscono, sulla sua costa, accanto alle antiche miniere, per elaborare la più grande rivoluzione della Storia. È in quest’Isola il magico luogo, a ridosso delle alte dune accumulate dalla violenza del maestrale, che i protagonisti hanno destinato a conservare le Tavole della Legge, la nuova Costituzione senza confini.
Tra citazioni plausibili, ritornelli di canzoni manomesse, proverbi e dialoghi tra improbabili (o probabili) personaggi/attori, il testo passa dalla verità di una Natura contro l’uomo, alla fantasia di una Natura guidata dall’uomo, verso la loro comune sopravvivenza. Come il salvatore, che afferra, anche con violenza, chi sta per affogare ed entrambi approdano salvi a riva. Si susseguono con frenetico ritmo fantasie e utopie di una umanità che la sciagura del virus ha reso (forse) migliore.
E dunque non è più il mondo che ci fa paura – che ci fa tremare, l’uomo sopravvissuto al virus ha superato questa sete di potere – di potere e denaro – un destino troppo amaro.
I due grandi G.Men, Giulio e Gianni, hanno espresso in poesia e musica questo desiderio di nuovo, di Rinascimento. Una canzone con una soluzione: credere di più in ciò che vale. Il racconto muove da questa esigenza, sentita dall’uomo ma per lo più ignorata dalle istituzioni. Per giungere a un risultato fantastico, inimmaginabile, frutto della scienza e di un’etica orientata al bene della razza umana; la nuova umanità nasce da un diluvio universale, non così cruento, e riparte non da una sola coppia. Scendono dall’Arca centinaia di milioni di uomini purificati e desiderosi di vivere in un mondo ugualmente purificato, dove la Natura resta un’amica e non un oggetto da sfruttare.