La rivolta degli intellettuali occidentali contro l'ipocrisia comunista
La TRAMA
Questo libro è il bilancio di un secolo, il Novecento, e il bilancio di un gruppo di amici, compagni, sodali, che l’ha attraversato. Giornalisti, politici e intellettuali che aderirono in gioventù al comunismo, vedendo nell’Unione Sovietica «il centro della speranza mondiale, la società cui milioni di esclusi guardavano come un modello e una possibilità di salvezza»; salvo poi ritrarsene disillusi dopo la rivolta di Budapest, e la conseguente durissima repressione sovietica: «C’era voluto il delirio della gioventù e della classe operaia ungherese e l’onnipotenza dei carri armati sovietici a dirci “di che lacrime e sangue” gronda la storia del comunismo leninista, stalinista, togliattiano».
Per molti l’approdo finale di questo sofferto viaggio fu la socialdemocrazia.
L’autore, Giuseppe Averardi, tra i fondatori di “Corrispondenza Socialista” ripercorre quegli anni e l’epopea di quella rivista, che raccolse attorno a sé coloro che uscirono dal Pci dopo i fatti di Ungheria. Dopo un bilancio iniziale, l’autore ci propone una selezione di articoli dall’archivio di “Corrispondenza socialista”, in cui autori italiani, europei e americani raccontano la fine della loro innocenza di fronte al disvelarsi della natura repressiva del gigante sovietico. Un sofferto ed intimo percorso all’interno della sinistra italiana, europea e mondiale.
Caratteristiche TECNICHE
ISBN: | 978-88-7381-998-1 |
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Data di uscita: | Marzo 2018 |
Formato: | 14 x 21 cm |
Pagine: | 352 + Cop. in brossura |
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Lingua: | Italiano |