Come siamo piombati in questo disagio gastronomico, fatto di piatti bellissimi e senza sapore, di trucchi, schiumette, inutili virtuosismi? E come si può uscire dalla lunga sbornia collettiva che sta uccidendo la nostra gloriosa ristorazione?
Dai fasti di Gualtiero Marchesi, l’alta cucina italiana è scivolata nella triste ristorazione modaiola di oggi, fatta di poco talento e tante inutili raffinatezze, di eleganti banalità e di ostinate follie che stanno provando a uccidere i sapori e il gusto della buona tavola. Con storie di cuochi da amare o da evitare, con interviste e aneddoti a volte paradossali, l’autore cerca di analizzare le cause e i rimedi di questo tentato suicidio della grande cucina tricolore.
Numerosi gli imputati: gli chef che hanno dimenticato i sapori in nome dell’estetica, i critici gastronomici ormai incapaci di distinguere tra informazione e pubblicità, i conflitti d’interesse di grandi e piccole guide gastronomiche, le scuole professionali non sempre utili a valorizzare i giovani che spesso vengono illusi e ingannati dalla spettacolarizzazione televisiva del mestiere di cuoco.
Un libro che diverte e fa riflettere, anche sulle possibili vie d’uscita da una crisi che sta massacrando la nostra migliore ristorazione.
Con un'intervista a Edoardo Raspelli
ISBN: | 9788833247649 |
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Genere: | Critica enogastronomica |
Prefazione di: | Edoardo Raspelli |
Formato: | 14 x 21 cm |
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Pagine: | 160 pp + Cop. in brossura con bandelle |
Lingua: | Italiano |