Questa è la storia di Antonio Maschio che a undici anni inizia a lavorare in fabbrica, diventa operaio specializzato, e poco più che ventenne, nella stalla di casa, armato di saldatrice e scarti di ferrovecchio, inizia ad accrocchiare portavasi e sedie da giardino, per poi arrivare a costruire una rudimentale fresatrice meccanica a uso agricolo che riuscirà a vendere a un contadino del paese.
È la storia di una provincia e di un territorio dove, negli anni Sessanta, l’acqua la si andava ancora a prendere al pozzo, i servizi igienici erano un lusso delle case dei ricchi e molte famiglie continuavano a emigrare. È la storia di alcuni dei ragazzi di allora che, decidendo di rimanere, e spesso parlando solo la lingua veneta, vent’anni dopo prendevano treni e aerei per aprire fabbriche e vendere i loro prodotti in giro per il mondo.
Ma questa è anche la storia di una povera mucca che per colpa dei raggi Uv della saldatura diventa cieca, e di due fratelli le cui esistenze quella medesima saldatura unirà per sempre.