Prefazione di Marco Tiella
Luigi Mozzani (Faenza 9 marzo 1869 - Rovereto 12 agosto 1943) è stato di volta in volta un fine oboista, un grande concertista e compositore per chitarra e un apprezzato liutaio, attività, questa, che gli diede notorietà internazionale e che praticò a Cento (Ferrara) e a Rovereto, non senza aver instillato il germe della sua genialità a vari ragazzi di bottega, divenuti a loro volta fini liutai.
Fu un caposcuola, dunque, tuttora molto famoso oltreoceano per una realizzazione particolarissima che egli perfezionò puntigliosamente a partire da rari archetipi ottocenteschi: la chitarra lyra.
La prima parte del volume è di carattere biografico e descrive le vicende della vita del maestro, con una particolare attenzione rivolta alla descrizione dei laboratori e delle scuole di liuteria, per cercare di dare un’immagine delle difficoltà in cui Mozzani si venne a trovare per perseguire i suoi ideali. La seconda parte esamina l’operato di Mozzani come esecutore e compositore. È un percorso fra testimonianze pubblicate su giornali, riviste, manuali, del tempo e più recenti. Nella terza parte, infine, si è voluto definire, tramite la descrizione degli strumenti concepiti da Mozzani, il patrimonio liutario, analizzandolo e documentandolo così da strutturarlo in forma organica.
Una parte fondamentale è dedicata al recupero delle musiche d’epoca: il cd in allegato ha lo scopo di rendere fruibile l’ascolto di brani incisi su dischi da collezione, ormai introvabili sul mercato discografico, e contemporaneamente ricostruire un modo di suonare ormai desueto.
L’ascoltatore potrà in questo modo sentirsi immerso nelle sonorità dell’epoca, grazie all’utilizzo di strumenti originali della liuteria Mozzani, e al recupero di sonorità e timbri come quelli che si potevano udire negli anni ‘30, durante concerti in sale o piccoli teatri dall’atmosfera raccolta e intimistica.
Chitarrista eccelso, ottimo liutaio, costruttore di chitarre e mandolini, Luigi Mozzani fu soprattutto un uomo che in un’epoca non facile cercò, con alterne fortune, di valorizzare la liuteria italiana e nello stesso tempo mantenere saldo e vivo il legame artistico fra i grandi chitarristi italiani dell’Ottocento e la nuova generazione che li seguiva.