La TRAMA
Prefazione di Simone Moro
Nel 1985 lo statunitense Dick Bass completò per primo la salita della cima più alta di ciascun continente, inclusi l’Antartide e le due Americhe. L’anno successivo fu la volta del canadese Patrick Morow seguito a ruota dall’altoatesino Reinhold Messner. All’epoca sarebbe stato difficile immaginare che, nei vent’anni successivi, questa sfida sarebbe stata raccolta da decine di alpinisti di tutto il mondo, in primo luogo americani, ma anche europei e giapponesi.
Lasciato ormai da tempo l’originario alveo degli eletti sponsorizzati, il fascino delle Seven Summits ha conquistato un numero sempre crescente di appassionati perchè coniuga l’alpinismo con l’opportunità di viaggiare in luoghi remoti. Costi più accessibili hanno facilitato, almeno all’estero, la popolarità di questa nuova forma di alpinismo seriale.
Ma le Seven Summits non sono, come potrebbe sembrare, solo una collezione di vette. Sono invece un gioco bellissimo, un percorso rivolto al progressivo miglioramento delle proprie capacità. E’ la pratica di un alpinismo itinerante che si misura con ascensioni sempre più impegnative, sino a culminare con quella dell’Everest.
Questo libro è la testimonianza di come, a mezza via tra i cenacoli dell’alpinismo e le spedizioni commerciali, esista e sia praticabile un cammino intermedio, che non rifiuta le moderne possibilità pur preferndo muoversi autonomamente in modo pulito, by fair means. Più che vette da conquistare, le sette cime sono state per l’autore un modo di esplorare alcuni angoli di mondo, altrettante finestre spalancate su ciascun continente. Una geografia vissuta, che lascia tracce sulla pelle e segni che sono altrettante storie.
Giuseppe Pompili ha concluso l’ascensione dell’ultima delle Seven Summits il 10 gennaio 2006, terzo italiano assoluto, dopo R. Messner e A. Magliano.
Nel 1985 lo statunitense Dick Bass completò per primo la salita della cima più alta di ciascun continente, inclusi l’Antartide e le due Americhe. L’anno successivo fu la volta del canadese Patrick Morow seguito a ruota dall’altoatesino Reinhold Messner. All’epoca sarebbe stato difficile immaginare che, nei vent’anni successivi, questa sfida sarebbe stata raccolta da decine di alpinisti di tutto il mondo, in primo luogo americani, ma anche europei e giapponesi.
Lasciato ormai da tempo l’originario alveo degli eletti sponsorizzati, il fascino delle Seven Summits ha conquistato un numero sempre crescente di appassionati perchè coniuga l’alpinismo con l’opportunità di viaggiare in luoghi remoti. Costi più accessibili hanno facilitato, almeno all’estero, la popolarità di questa nuova forma di alpinismo seriale.
Ma le Seven Summits non sono, come potrebbe sembrare, solo una collezione di vette. Sono invece un gioco bellissimo, un percorso rivolto al progressivo miglioramento delle proprie capacità. E’ la pratica di un alpinismo itinerante che si misura con ascensioni sempre più impegnative, sino a culminare con quella dell’Everest.
Questo libro è la testimonianza di come, a mezza via tra i cenacoli dell’alpinismo e le spedizioni commerciali, esista e sia praticabile un cammino intermedio, che non rifiuta le moderne possibilità pur preferndo muoversi autonomamente in modo pulito, by fair means. Più che vette da conquistare, le sette cime sono state per l’autore un modo di esplorare alcuni angoli di mondo, altrettante finestre spalancate su ciascun continente. Una geografia vissuta, che lascia tracce sulla pelle e segni che sono altrettante storie.
Giuseppe Pompili ha concluso l’ascensione dell’ultima delle Seven Summits il 10 gennaio 2006, terzo italiano assoluto, dopo R. Messner e A. Magliano.
Caratteristiche TECNICHE
ISBN: | 978-88-7381-191-4 |
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Illustrazioni: | 200 a colori |
Data di uscita: | Maggio 2007 |
Formato: | 17 x 24 cm |
Pagine: | 192 + Copertina in brossura |
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Lingua: | Italiano |
Autore: | Giuseppe Pompili |