“Il 2 agosto 1980 era il giorno in cui, per la maggior parte degli italiani, iniziavano le vacanze estive. La stazione di Bologna, crocevia delle linee ferroviarie che raggiungono tutta la penisola, era affollatissima; tra i viaggiatori di passaggio erano presenti anche molti bambini con le loro famiglie.
Alcuni attendevano con trepidazione di partire per il mare o per la montagna; impazienti di lasciare la città, si annoiavano, non riuscivano a stare fermi nella sala d’attesa. Altri le vacanze le avevano già terminate e aspettavano il treno che li avrebbe riportati a casa, dai parenti e dagli amici ai quali avrebbero raccontato tutte le avventure vissute in quei giorni di svago e divertimento. Altri ancora attendevano il ritorno di un familiare, passeggiavano sulla pensilina cercando di scorgere, nella grande folla di viaggiatori, il volto della persona cara. Molti bambini si trovavano alla stazione con i genitori, i nonni, i fratelli, gli zii, i cugini (...). Altri stavano partendo per raggiungere una delle colonie estive che si trovava in collina, non distante dalla città di Bologna; erano emozionati e pieni di aspettative per quella vacanza “senza genitori”che li faceva sentire già grandi.
Improvvisamente, alle 10,25, l’esplosione cancellò le speranze e le attese per questo giorno che doveva essere di festa. La bomba interruppe il viaggio dei bambini verso le località di vacanza, il ritorno a casa, l’attesa di un parente. Il crollo dell’ala occidentale della stazione ferroviaria divise le famiglie, alcune per sempre, e separò le comitive dirette in colonia”.
Erica Belingheri, che alla strage del due agosto ha dedicato la tesi di laurea, ci parla proprio di loro: i bambini che nell’esplosione persero la vita, rimasero feriti, o per sempre orfani. Bambini straziati che, “ancora più degli adulti, incarnavano nei loro corpi martoriati l’innocenza di tutte le vittime travolte dalla cieca violenza dell’uomo”. Grazie ad un accurato lavoro di ricerca sulle principali fonti di informazione dell’epoca (i quotidiani, le radio), l’autrice ci racconta in che modo la città reagì e si strinse intorno a quei bambini, come cambiò la loro vita, per poi gettare uno sguardo sugli stessi bambini una volta cresciuti: in quali adulti si erano trasformati? Le sofferenze fisiche e psicologiche dei bambini lasciarono infatti la sensazione che le loro vite non sarebbero più state le stesse, che sarebbero stati “convalescenti a vita”. L’esperienza vissuta li aveva trasformati rendendoli più consapevoli dell’esistenza della violenza nella vita dell’uomo e quindi meno spensierati. Anche questa fu una delle conseguenze più drammatiche della strage, al pari delle ferite fisiche che ne dilaniarono i corpi.
“Sono bambini invecchiati – dirà un medico – anche questo a qualcuno andrà addebitato”.
ISBN: | 9788873812807 |
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Genere: | Storia |
Illustrazioni: | 10 in B/N |
Data di uscita: | Luglio 2009 |
Formato: | 17 x 24 cm |
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Pagine: | 184 + Copertina in brossura |
Lingua: | Italiano |