La TRAMA
Fotografie di Paolo Cortesi
Testi di Silvia Bignami, Paolo Cortesi, Stefano Mattioli, Stefano Mazzotti, Claudia Milan, Federico L. Montanari, Giovanni Nobili, Renzo Pedriali, Filippo Piccoli
Dentro il Boscone della Mesola a volte si ha l’impressione di camminare in una Cattedrale gotica, con le colonne di alti tronchi che si uniscono con le loro chiome in arcate che chiudono lo spazio del cielo. Dove gli alberi sono più giovani, e la loro volta si chiude immediatamente sopra la testa, sembra invece di essere in una cripta oscura.
La luce nel fitto di questa Lecceta sempreverde arriva a fatica ma può regalare scorci di grande bellezza, nella bruma mattutina o nel giallo del tramonto. Ci sono posti in cui i tronchi sembrano danzare con la luce in uno spazio vuoto circondato da altri tronchi e altri spazi vuoti in una profondità che sembra non avere fine. Non è come nei boschi di montagna o di collina: qui è tutto in piano o meglio, ci sono i cordoni dunosi su cui questo bosco vive ma sono rilievi dolci che quasi non si notano, dune di sabbia ricoperte dai muschi.
Capita, come nelle cattedrali o nelle cripte, di camminare per ore nel più assoluto silenzio, non un suono dal bosco, non un movimento, solo il rumore dei passi che fanno crepitare le foglie secche cadute sul sentiero ma può succedere, a volte, che gli abitanti del bosco rivelino la loro presenza: la corsa veloce di un Daino, un Cervo che fiuta sospettoso nascosto dai tronchi, una sagoma scura di rapace che si stacca dagli alberi per perdersi di nuovo nell intrico di rami più lontani, gruppetti di Codibugnoli che si spostano in volo fra gli alberi , una Volpe che attraversa il sentiero....
Vorresti avere la loro leggerezza, le loro zampe, le loro ali per seguirli nei luoghi misteriosi in cui si vanno a nascondere e continui a camminare dentro al bosco sperando che dietro al prossimo tronco, dopo i prossimi passi ci sia ancora una sorpresa, il tempo per una emozione.
Testi di Silvia Bignami, Paolo Cortesi, Stefano Mattioli, Stefano Mazzotti, Claudia Milan, Federico L. Montanari, Giovanni Nobili, Renzo Pedriali, Filippo Piccoli
Dentro il Boscone della Mesola a volte si ha l’impressione di camminare in una Cattedrale gotica, con le colonne di alti tronchi che si uniscono con le loro chiome in arcate che chiudono lo spazio del cielo. Dove gli alberi sono più giovani, e la loro volta si chiude immediatamente sopra la testa, sembra invece di essere in una cripta oscura.
La luce nel fitto di questa Lecceta sempreverde arriva a fatica ma può regalare scorci di grande bellezza, nella bruma mattutina o nel giallo del tramonto. Ci sono posti in cui i tronchi sembrano danzare con la luce in uno spazio vuoto circondato da altri tronchi e altri spazi vuoti in una profondità che sembra non avere fine. Non è come nei boschi di montagna o di collina: qui è tutto in piano o meglio, ci sono i cordoni dunosi su cui questo bosco vive ma sono rilievi dolci che quasi non si notano, dune di sabbia ricoperte dai muschi.
Capita, come nelle cattedrali o nelle cripte, di camminare per ore nel più assoluto silenzio, non un suono dal bosco, non un movimento, solo il rumore dei passi che fanno crepitare le foglie secche cadute sul sentiero ma può succedere, a volte, che gli abitanti del bosco rivelino la loro presenza: la corsa veloce di un Daino, un Cervo che fiuta sospettoso nascosto dai tronchi, una sagoma scura di rapace che si stacca dagli alberi per perdersi di nuovo nell intrico di rami più lontani, gruppetti di Codibugnoli che si spostano in volo fra gli alberi , una Volpe che attraversa il sentiero....
Vorresti avere la loro leggerezza, le loro zampe, le loro ali per seguirli nei luoghi misteriosi in cui si vanno a nascondere e continui a camminare dentro al bosco sperando che dietro al prossimo tronco, dopo i prossimi passi ci sia ancora una sorpresa, il tempo per una emozione.