Con un contributo di Sergio Zavoli
Quando morirò e andrò presso il Signore, gli chiederò un favore: quello di andare da mio padre e da mia madre. Penso che mi dirà di sì.
Come li vedrò, li ringrazierò e tremando di gioia: cari genitori, com’erano vere le cose che mi avete insegnato e come è vero che il Signore non abbandona mai i suoi Figli!
(Ersilio Tonini)
Ersilio Tonini muore a più di novantanove anni nella sua Ravenna: ha vissuto due vite, la prima come prete, la seconda da grandissimo “comunicatore di Dio”. Pochi sacerdoti, in Italia, hanno lasciato un segno così profondo.
La sua caratteristica? Non cedere alle mode, a nessuna, nemmeno adeguando il suo linguaggio ai nuovi tempi.Il suo talento? Quello che in gergo si dice “bucare lo schermo”. Il suo cruccio? Lo scadimento della classe politica italiana. La sua passione? I giovani e la loro educazione. «... poiché saranno i giovani ad affrontare le sfide future, Dio si aspetta che l’attuale generazione adulta assuma come COMPITO TOTALE quello di impegnarsi a preparare i ragazzi a un simile momento... nel frattempo i ragazzi si guardano intorno e pur con il loro immenso desiderio
di dedicarsi a qualcosa di grande, non vedono davanti a sé altro che una gara ad avere di più. La distinzione tra il Bene e il Male sta scomparendo, sostituita da una
nuova distinzione fra le cose e cioè: mi piace o non mi piace, mi diverto o non mi diverto, ci guadagno o non ci guadagno e, infine, ho successo o non ho successo!
Dobbiamo adoperarci per fare sì che la prossima generazione prenda per sé come fossero un comandamento le parole di sant’Agostino: «Universus turbatur quando conscientia turbatur»; tutto il mondoviene sconvolto quando una coscienza si rovescia.