La TRAMA
Come Dare il nome alle cose è la riflessione che induce l’autrice a riprodurne in dimensione poetica la ricerca.
Attraverso i gesti d’amore per e dei propri figli, la natura della vita e della morte, i rapporti privilegiati con certi volti che lasciano tracce, il percorso del libro si snoda in una sorta di viaggio fatto di luci e zone d’ombra dove trovare il senso dipende da una mano che accarezza, da una domanda di bambino, da un albero che sboccia e ripara. Una natura più amica che matrigna, un desiderio di proteggere ed essere protetta, un matrimonio con l’umanità tutta e con il proprio genere, con cui condividere esperienze e affetti, fanno di Rossella Renzi una nuova – eppure antica – sacerdotessa di quei riti quotidiani che aiutano a lasciare segni, parole, versi, che promuovono la fragilità, non più intesa come un solo vuoto interiore, ma come una virtù dell’animo che aiuta a comprendere.