La TRAMA
C’è qualcosa di indecifrabile, un margine scuro che aleggia su questi versi, divisi fra la precisione del dettaglio e l’urgenza esistenziale che li detta.
Come scandagli gettati nel gran mare della vita, le figure di un cortile, di una strada, di una porta, le fermate dei tram, un campetto di periferia restano in attesa di un’apparizione, di un segno che travalichi il senso comune, e ci immetta nella luce di una vita nuova.
Lo sguardo di chi scrive è assorbito nel «noi» di una costante presenza corale, nella dimensione – cercata, augurale – di un dialogo che affonda le sue radici in un patto sacro, nel giuramento di sempre: l’imperfetto, il verbo consueto della nostalgia, assume allora tonalità da presente assoluto; ogni sguardo è un appello, ogni gesto una scelta decisiva, ogni parola un compito da onorare fino in fondo.