A cura di Valeria Roncuzzi e Mauro Roversi Monaco
Il volume offre una raccolta di materiali letterari, artistici, documentari dedicati a Bologna nel corso dei secoli, fino alla metà del Novecento. Si tratta di una ‘volata’ nello spazio e nel tempo, perché si percorrono i secoli con un ritmo incalzante, dove si alternano poesie e brani di prosa ad inconsuete immagini della città e dei Bolognesi che ci vivevano, rievocate da opere grafiche e fotografie inedite, provenienti da raccolte private e collezioni pubbliche. Il libro non vuole essere un reportage di gusto fotografico, ma il profilo della città attraverso i giudizi di quanti, letterati o studiosi, vi sono vissuti o vi hanno avuto contatti, e nasce come una antologia che vorrebbe correr via piana: una piacevole lettura fatta in poltrona, scorrendo una sorta di archivio di materiali diversi, che rispecchiano la vasta letteratura cresciuta sul carattere della città e dei suoi abitanti, una letteratura di tradizionale gaiezza, cordialità ed accoglienza, conformemente a una fama ormai consolidata nei secoli che ha varcato da tempo ogni confine.Ma Bologna, è chiaro, non è tutta qui; e certo non rientra tutta intera entro i semplici stereotipi di una tradizione letteraria che la ricorda ' dotta ' e colma di naturale ' bonomia'. Questo è tuttavia la ‘vulgata’ petroniana che, intesa come secolare civiltà di costumi e urbanità di tratti, ha trovato grandi e spesso sconosciuti interpreti: valga per tutti lo straordinario poeta cinquecentesco che fu Giulio Cesare Croce, vagabondo e cantastorie nelle vie e nelle piazze cittadine.In sostanza, l’originalità del lavoro poggia da un lato sull’ampia scelta iconografica, dall’altro sulle testimonianze tratte da opere di poeti e scrittori che soggiornarono a Bologna dal secolo XIV fino alla metà del Novecento, da Dante Alighieri a Giacomo Leopardi, da Giosuè Carducci a Dino Campana, da Olindo Guerrini ad Alfredo Testoni. Mentre palesano aspetti della vita della prima metà del Novecento brevi ma significativi saggi affidati alla penna di personalità come Giuseppe Raimondi, Gaetano e Francesco Arcangeli, che completano il ritratto che nei secoli giunge a una moderna Bologna, alla pulsante confluenza fra tradizione storica e ricordi di un recente passato.