Bene culturale e pubblica utilità. Politiche di tutela a Roma tra Ancien Régime e Restaurazione
La TRAMA
All’Italia è riconosciuto il privilegio di un patrimonio culturale che alla ricchezza e alla distribuzione capillare sul territorio accompagna una sostanziale continuità nel tempo. Affinché questo insieme unico di natura e cultura divenisse fulcro della riflessione storica, oltre che luogo d’elezione del godimento estetico sono state privilegiate fin dal Rinascimento accorte politiche di tutela e conservazione. Il culto del Bel Paese è cresciuto nella progressiva consapevolezza di come il dilatarsi delle valenze educative e civili di monumenti e opere d’arte, accanto al loro interesse “turistico”, imponesse un’azione pubblica di salvaguardia. Tutto ciò garantì dopo l’Unità alla Nazione, all’atto della difficile scelta di una legge per i beni culturali, un regime protezionistico di lunga durata, attraverso il quale tenere a freno l’utile privato e le logiche mercantilistiche. Con questo studio si è inteso risalire alla genesi storica del maturare di una coscienza moderna in ordine all’importanza sociale del patrimonio e della conseguente investitura dello Stato nel ruolo di garante di un’azione di tutela sentita come responsabilità civile. La scena indagata è quella dello Stato Pontificio e in particolare di Roma tra Settecento e Ottocento, quando la capitale, ma insieme i territori più distanti, conoscono una felice stagione amministrativa delle Antichità e Belle Arti, innervata dal serrato confronto tra gli interventi governativi del pontefice e gli inediti modelli organizzativi e politici, frutto del nuovo sistema di valori e delle inedite istanze culturali portate in campo dalla politica napoleonica.
Caratteristiche TECNICHE
ISBN: | 978-88-7381-089-6 |
---|---|
Illustrazioni: | 30 B/N |
Data di uscita: | Maggio 2004 |
Formato: | 17 x 24 cm |
---|---|
Pagine: | 256 + Copertina in brossura |
Lingua: | Italiano |