Dalla pagina Facebook alle pagine di un libro...
La TRAMA
«Lui si chiama Marino ed è il proprietario del Bar Toletti. Lo riconoscerete dai baffi e dal sorriso… No, non conosco l’indirizzo preciso. Non è sul navigatore e neppure su Google Maps… Ci arrivi per caso, per sbaglio, perché qualcuno te ne ha parlato, per sentito dire, per affinità, per un ricordo... Non serve bussare. C’è un televisore acceso dove ognuno può scegliere contemporaneamente il proprio canale... Laggiù, con una mano appoggiata al bancone, c’è il padrone di questa locanda. Ha i baffi da anarchico romagnolo e lo sguardo dolce di chi accarezza la vita e il mondo, senza arrendersi e senza giudicare…»
Nella prefazione di Vittorio Macioce, raffinato, curioso e colto scrittore, l’essenza di questo libro-esperimento. Da una parte Facebook, il temuto mostro take away della nostra epoca; dall’altra la resistenza umana di chi ha avuto, e forse ha, l’insana e apparentemente anacronistica velleità di piegare la contemporaneità alla sua storia professionale e di vita.
Marino Bartoletti, un’icona del giornalismo “tradizionale” italiano, quando ha superato le colonne d’Ercole non ha avuto dubbi: è rimasto se stesso. Profondo e ironico, colto e sferzante: appassionato e sincero.
Se una storia ha bisogno di un respiro non lo si nega. Se un concetto può essere espresso in due righe (o in una foto) lo si fa. Le regole non esistono. Esiste la cultura del racconto. Ed ecco allora, come in uno straordinario almanacco, mescolarsi riflessioni e anniversari, ricorrenze e guizzi di cronaca, storie mai ascoltate e clamorose riletture di quanto si riteneva ormai esplorato ed esaurito.