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«Eccolo, il mio oste, con il baffo che punta ora a destra ora a sinistra per cercare qualcosa. Troppi fraintendono la sua gentilezza. Le buone maniere sono il vestito per stare al mondo, ma non gli impediscono di sbattere fuori dal suo locale importuni, meschini e prepotenti. Il baffo nasconde poteri magici insospettabili: se lo arriccia sei fuori. “Il vaccino – mi spiega – serve a proteggersi dal buzzurrismo feroce”. Lo avrete notato anche voi che sono in costante aumento. Si svegliano al mattino con la sola idea di dover urlare addosso a qualcuno, come se avessero il bisogno rabbioso di odiare, di avere un nemico, qualcuno contro cui sfogare le proprie frustrazioni, i fallimenti, il senso di nulla che accompagna le loro vite. È come se avessero bisogno di un nemico per sentirsi vivi. Si rappresentano solo per opposizione. È un male che ferisce gli altri e devasta se stessi. Il contagio sembra non avere barriere. Non conta l’età, da dove vieni, cosa fai, quanto hai studiato, come ti campi, il mestiere, il genere, il sesso, la famiglia, la buona o cattiva reputazione. Ti capita di vedere i segni della malattia su volti che non avresti mai immaginato. Volti diventati anonimi, ma di cui rintracci nomi e cognomi. Può colpire chiunque. È chiaro che c’è chi si salva grazie a robusti anticorpi. Solo che non puoi mai stare davvero tranquillo. La buona notizia è che il Bar Toletti è riuscito a debellare il morbo. Il vaccino con i baffi funziona.» (VM)