Dopo i successi dei primi 3 volumi, arriva la quarta raccolta di racconti di Marino Bartoletti
Non hai mai smesso di frequentarlo tutte le sere, anche nei giorni più bui, quando ti chiedevi per chi suona la campana e sentivi il canto delle sirene, un lamento lungo, che si ripeteva senza sosta, a scandire la fragilità della vita. Al Bar Toletti per fortuna non servono le mascherine, perché è fatto della stessa sostanza dei sogni e i virus, si sa, sono allergici ai sogni. Questo bar, dove l’oste con i baffi ti regala incantesimi, è un po’ come la luna. Qui ritrovi tutte le cose che gli umani hanno smarrito sulla terra: ricordi di gioventù, figurine introvabili, canzoni dimenticate, storie che nella fretta hai smesso di raccontare.
«[...] L’oste si chiama Marino e ogni tanto ti chiede di dargli una mano dietro al bancone. È per questo che il Bar Toletti lo senti anche un po’ tuo. Cos’è però’ questo trambusto? Eccoli, sono di nuovo qui. Negli ultimi tempi accade qualcosa che qui pensavi non potesse accadere. Il bar, senza falsa modestia, gode di una certa fama [...] e questo attira in manigoldi del nulla, quelli che per sopravvivere devono oscurare le belle storie. Non hai mai capito cosa li spinga a sfasciare tutto, solo per il gusto di farlo. Sono invadenti, schiamazzano, fanno rumore, parlano a voce alta e pretendono di farti vedere il mondo con i loro occhi e i loro occhi si nutrono solo di macerie. Il bar, per loro, è da buttare giù, per invidia, per frustrazione, per rancore, per rabbia. Li chiamano, con un brutto anglicismo haters, e ne sono orgogliosi. Odiano per odiare e si sentono vivi solo quando ti fanno chiudere. Perfino Marino è stato sul punto di arrendersi, per qualche giorno ha chiuso la porta. Poi, da romagnolo, ha pensato che piuttosto che dargliela vinta si sarebbe tagliato i baffi e li ha messi in fuga con una formula magica … Come scriveva Gianni Rodari: “Sa di farina il fornaio, sanno di terra i contadini e di vernice gli imbianchini [...] I Fannulloni, strano, però non sanno di nulla e puzzano un po’.»