La TRAMA
«Qui, come ho già detto, non c’è bisogno di gridare. Se ci sei, ti vedono. Ti sorridono. Ti stringono la mano. Ti raccontano una storia e poi ascoltano la tua. Questo non è un mercato delle cose perdute. È vivo. Non sa di muffa. Non ci si perde nella nostalgia. Il padrone di casa sopra il sorriso porta baffi eleganti, come una firma, come un segno da riconoscere al buio, come un patto tra brava gente, di cui ti puoi fidare. È questo il segreto del Bar Toletti. Non c’è rissa, non c’è inganno, non si fanno pettegolezzi e quelli che urlano non trovano la voce. No, non si spacciano parole a vanvera, qui si raccontano storie.
È così che Marino ha sedotto altre migliaia e migliaia di avventori, storia dopo storia, giorno dopo giorno, parlando di Abdon l’istriano o del pugile Sandro che sulla faccia aveva una carta geografica di cicatrici, dell’orfano che in una notte al Prater di Vienna ritrovò suo padre caduto in volo, di un’illuminazione africana che aveva il volto di Nelson Mandela, di tutto quello che puoi trovare sfogliando, e ascoltando, un White Album, il capolavoro di quattro ragazzi arrivati da Liverpool, o di quando il ’68 non era un numero su una maglietta, ma una stagione da vivere, inebriandosi di sogni. È il diario di un seduttore che disegna trame sulla tovaglia e ridefinisce le mappe del mondo, dove appaiono e scompaiono e si intrecciano tempi e stagioni e nulla va disperso e il futuro si incarna finalmente nelle vite che viviamo e si bagna in quelle che abbiamo vissuto.»
È così che Marino ha sedotto altre migliaia e migliaia di avventori, storia dopo storia, giorno dopo giorno, parlando di Abdon l’istriano o del pugile Sandro che sulla faccia aveva una carta geografica di cicatrici, dell’orfano che in una notte al Prater di Vienna ritrovò suo padre caduto in volo, di un’illuminazione africana che aveva il volto di Nelson Mandela, di tutto quello che puoi trovare sfogliando, e ascoltando, un White Album, il capolavoro di quattro ragazzi arrivati da Liverpool, o di quando il ’68 non era un numero su una maglietta, ma una stagione da vivere, inebriandosi di sogni. È il diario di un seduttore che disegna trame sulla tovaglia e ridefinisce le mappe del mondo, dove appaiono e scompaiono e si intrecciano tempi e stagioni e nulla va disperso e il futuro si incarna finalmente nelle vite che viviamo e si bagna in quelle che abbiamo vissuto.»
Vittorio Macioce, nella sua raffinata prefazione sottolinea i nuovi terreni di conquista dell’autore, entrato “con timidezza” in Facebook e ora sfacciato, ma sempre coerente
dominatore della materia, delle parole e delle emozioni.
E poi c’è quella misteriosa signora in copertina. Chi sarà?
E perché gli somiglia tanto?
dominatore della materia, delle parole e delle emozioni.
E poi c’è quella misteriosa signora in copertina. Chi sarà?
E perché gli somiglia tanto?