La TRAMA
«Ci sono luoghi immaginari che non hanno un indirizzo sicuro. Ci arrivi seguendo certi corridoi invisibili dove approdi per affinità, per stanchezza, perché non ce la fai più a seguire le solite rotte, magari per affetto. Il bar di Marino Bartoletti è uno di questi. Eppure non è poi così difficile arrivarci. È lì, davanti a tutti, un po’ come il binario 9¾ situato nella stazione di King’s Cross, quello che porta a Hogwarts, quello di Harry Potter. La magia dell’oste Bartoletti è portarti nel suo locale passando da Facebook, ma senza rinnegare la sua vita, senza svendersi, senza tagliarsi i baffi. I romagnoli sono testardi e non si fidano di chi rinnega la propria storia e si mette maschere da imbonitore. Quando mi fermo al Bar di Marino resto sospeso ad ascoltarlo e poi chiedo, mi intrigo, mi perdo, e come un bambino petulante ripeto: “Raccontamene altre”. Allora lui mette su una vecchia canzone e mi dice bastardo: “Non sono Guccini”. Ma le parole arrivano lo stesso...»
Anche quest’anno Vittorio Macioce, delicatissimo e ironico intellettuale, ha regalato la sua prefazione al Bar Toletti. Rimarcando la “rigorosa originalità” di quello che vi viene raccontato. Se nel primo libro l’autore aveva affrontato “con pudore” la sua escursione nel mare sconosciuto di Facebook, stavolta padroneggia la materia quasi con sfacciataggine. A volte sbalordendo per la passione dei suoi racconti, a volte per l’ampiezza della conoscenza, ma a volte anche per la tenerezza con cui sa declinare persino gli argomenti apparentemente più aspri. Certamente mai abbassando lo sguardo.
Anche quest’anno Vittorio Macioce, delicatissimo e ironico intellettuale, ha regalato la sua prefazione al Bar Toletti. Rimarcando la “rigorosa originalità” di quello che vi viene raccontato. Se nel primo libro l’autore aveva affrontato “con pudore” la sua escursione nel mare sconosciuto di Facebook, stavolta padroneggia la materia quasi con sfacciataggine. A volte sbalordendo per la passione dei suoi racconti, a volte per l’ampiezza della conoscenza, ma a volte anche per la tenerezza con cui sa declinare persino gli argomenti apparentemente più aspri. Certamente mai abbassando lo sguardo.