«Le parole scelte sembrano voler urlare e denunciare una tremenda voglia di riscatto, per la terra e per i protagonisti. Emerge spesso un’omertà che diventa complice di violenza e d’ingiustizie, ma al tempo stesso marca con decisione il ruolo della famiglia. Un libro che si “divora”...» Giusy Versace
«La penna di Nino Spirlì lacera e accarezza, ti accoglie se non ti fermi alle apparenze. Regala saggezza e ironia, ingenuità e dolore.» Edoardo Sylos Labini
Avevo occhi grandi e ladri, sì! Avidi di vita e da essa mostruosamente impauriti. Sono cresciuto fra i lamenti per le botte animalesche che rimbombavano nelle carni dei miei amichetti di gioco e in quelle delle loro sfortunate mamme, e le urla delle donne piegate sui corpi crivellati dei morti ammazzati per le strade. La mia Casa, la mia Famiglia serena erano il mio rifugio. Ho scritto, intingendo virtualmente il pennino nelle lacrime, ogni parola di questi due drammi umani. E il Cielo mi ha regalato un ottimo e delicato compagno di viaggio, Maurizio Rigatti, per aiutarmi a stendere al sole panni sporchi che, molto spesso, restano nascosti fra le mura di case sciagurate. Non necessariamente povere.
Ad ogni rilettura delle due storie, io per primo non trattengo pianti e rabbie.
E cerco il perdono fra le piaghe antiche di un bambino che sperava di non vedere. Di non sentire.
Non sempre riesco a trovarlo.