Silvio Perrella è nato a Palermo e vive tra Napoli e Roma. Ha all’attivo una decina di libri di difficile classificazione.
Da Calvino a Io ho paura, passando tra gli altri per Giùnapoli, Doppio scatto e Insperati incontri, fino al recente Petraio, la sua opera scritta ha mescolato sinora critica letteraria, reportage, autobiografia, racconti di sentimenti, favole, indagini sulla forma delle città. La sua opera orale, invece, prende forma alla radio – soprattutto attraverso le frequenze di Rai RadioTre e della Rete Due della Radio Svizzera Italiana.
È cinema della voce composto soprattutto con descrizioni di luoghi e poesie scelte e raccontate.
Sia nell’opera scritta sia nell’opera orale, Perrella cerca un’intonazione che permetta a chi legge e a chi ascolta di creare un proprio spazio immaginativo.
Da qui la predilezione per le forme brevi e scorciate, che lo hanno portato ad occuparsi dell’opera di Goffredo Parise, sia con curatele e introduzioni, sia con un libro-ritratto intitolato Fino a Salgareda. Oltre ad aver curato il Meridiano Mondadori dedicato a Raffaele La Capria, ha scritto con lui un libro-conversazione che s’intitola Di terra e mare.
Sulla generazione di Parise e La Capria, da lui definita dei nostri antenati, ha pubblicato Addii, fischi nel buio, cenni.
Ha brevemente insegnato all’Università, è stato presidente della Fondazione Premio Napoli e ha lungamente scritto per i giornali. Ama camminare, nuotare e raccogliere fiori spontanei.