Pier Luigi Pizzi
Pier Luigi Pizzi ha iniziato l’attività di scenografo e costumista nel 1951. Sarebbe troppo lungo descrivere la sua carriera, costruita su centinaia di titoli, accanto a tanti registi, tra i quali è d’obbligo ricordare almeno Giorgio De Lullo per il ventennale sodalizio con la Compagnia dei Giovani, e Luca Ronconi, con cui ha diviso dieci anni di memorabili collaborazioni, dall’Orlando furioso cinematografico, al rivoluzionario Ring Wagneriano iniziato nel 1974 alla Scala. In cinema è stato art-Director con Fellini, De Sica, Bolognini, Loy, Caprioli.
Nel 1977, debutta come regista con Don Giovanni di Mozart, al Teatro Regio di Torino. Inaugura l’Opera Bastille di Parigi nel 1990 con Les Troyens di Berlioz. Dal 1982 partecipa regolarmente al Rossini Opera Festival di Pesaro, dove è considerato un protagonista della Rossini Renaissance, facendo rivivere sulla scena il repertorio rossiniano meno conosciuto.
Nel 2000 riceve il suo settimo Premio Abbiati, per il miglior spettacolo lirico dell’anno, Death in Venice di Britten, al Teatro Carlo Felice di Genova. Porta in giro per il mondo Rinaldo di Haendel e viene considerato uno dei principali artefici del rilancio dell’opera barocca negli anni Settanta e Ottanta, da Orlando furioso di Vivaldi con Claudio Scimone, ad Armide di Gluck con Riccardo Muti. È inventore e Direttore Artistico dal 2006 al 2011 dello Sferisterio Opera Festival di Macerata. Con Europa riconosciuta di Salieri riapre la Scala nel 2004, dove cura anche il progetto di ristrutturazione del Museo teatrale.
Presente, da settant’anni, nei più importanti teatri e festival del mondo, ottiene prestigiosi riconoscimenti internazionali, tra cui la Legion d’Honneur e il titolo di Officier des Arts et des Lettres in Francia, di Cavaliere di Gran Croce al merito della Repubblica Italiana, di Commandeur de l’Ordre du Merithe Culturel nel Principato di Monaco. Gli è conferita una Laurea Honoris Causa all’Università di Macerata. Si è molto dedicato al teatro di prosa. È dell’ultima stagione un suo ritorno con Un tram che si chiama desiderio di Tennessee Williams. Da sempre appassionato d’Arte,colleziona opere del XVII secolo. Ha messo in scena e in varie occasioni curato mostre memorabili.