Nasce a Bologna nel 1898, si laurea in Ingegneria civile, si occupa di edilizia privata, progetta colonie e conventi; è Presidente dell’Accademia delle Belle Arti (1962-63), dell’Ordine degli Ingegneri (1964-66), della Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza degli Ingegneri e Architetti (1965-69). Nel 1920 aderisce al fascismo della “vecchia guardia” liberale e moderata. Non ricopre alcun incarico politico di rilievo e si dedica unicamente alla professione; nel 1935 viene nominato membro del direttorio del Fascio federale di Bologna come consulente tecnico.
Decorato con la croce al merito e invalido nella Grande Guerra, è volontario nella Seconda, dopo aver rinunciato all’invalidità. Mentre è di stanza in Grecia progetta e dirige la costruzione di una ferrovia.
In licenza nel settembre 1943, accetta l’incarico di commissario prefettizio del Comune di Bologna, poi, con l’avvento della Repubblica Sociale, nel febbraio 1944, assume la carica di podestà, che conserva fino al 20 aprile 1945.
A capo dell’amministrazione comunale durante l’occupazione tedesca, si adopera per organizzare l’emergenza legata agli avvenimenti bellici. Come presidente del Comitato straordinario di pubblica assistenza realizza rifugi, alloggi, ospedali e servizi sussidiari. Inoltre persegue il riconoscimento di “città aperta”, per risparmiare Bologna e i suoi tesori d’arte dai bombardamenti aerei alleati, riuscendo a ottenere per il centro storico la formalizzazione di una Sperrzone – zona di esclusione delle truppe tedesche di occupazione – e creando numerose strutture di soccorso.