La scrittura come testimonianza dell’abbandono nella poetica
La TRAMA
L’antologia ripercorre, per buona parte del lavoro e con una modalità peculiare all’Autrice, le tappe della dimensione dell’abbandono, dell’assenza, della solitudine da intendersi come esperienze spesso centrali nella vita di ognuno, nonché materiale molto utilizzato in campo letterario e poetico, ma anche artistico in generale.
Anche senza conoscere la storia personale dell’Autrice, è evidente che la parte prevalente della sua poetica sia dedicata a testimoniare il bisogno di parlare di un determinato accadimento, di farlo per lasciare un segno di quest’esperienza e per verificare se magari, da questo segno urlato al mondo, possa scaturire una scia da seguire per rinascere a nuova vita, ricucendo le ferite della carne.
Il percorso scelto dall’Autrice sembra inevitabile: attraverso il ricordo, rivissuto come una sorta di pensiero fisso su ciò che è accaduto e soprattutto su ciò che era prima, viene rielaborata, in ogni sua particella minimale e dolorosa. Poi, oltre la metà della raccolta, pare altrettanto vero che, a un certo punto, accade qualcosa di nuovo, che segna un determinato momento in cui cambia la scena, cambiano i sentimenti e cambia addirittura il modo di scrivere dell’Autrice che diventa più scarno, con meno aggettivi e proclami, scandito da un ritmo più tagliente, in contrasto con l’apparente inizio del disgelo.